Mostra Tina Modotti
I biglietti si possono acquistare direttamente in cassa senza bisogno di prenotazione.
“[…] Ma non voglio parlare di me. Desidero parlare soltanto di fotografia e di ciò che possiamo realizzare con l’obiettivo. Desidero fotografare ciò che vedo, sinceramente, direttamente, senza trucchi, e penso che possa essere questo il mio contributo a un mondo migliore.” Tina Modotti, 1926
Dal 26 settembre 2024 al 16 febbraio 2025, le sale di Palazzo Pallavicini di Bologna ospiteranno una grande mostra dedicata alla fotografia di Tina Modotti (Udine, 1896 – Città del Messico, 1942), esponente di spicco della fotografia e dell’attivismo politico della prima metà del Novecento. Organizzata e realizzata da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci della Pallavicini s.r.l., unitamente al Comitato Tina Modotti, l’esposizione, a cura di Francesca Bogliolo , intende ripercorrere, attraverso una raffinata selezione di circa 120 opere e di alcuni preziosi documenti, la vicenda umana di una donna coraggiosa e anticonformista, che ha saputo farsi interprete del sentimento del proprio tempo, elaborando una poetica della verità foriera di valori umani capaci di oltrepassare i limiti dello spazio e del tempo.
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Info Utili:
Apertura mostra:
- da martedì a domenica dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Aperture straordinarie
- 8, 26, 27, 28, 29, 30 dicembre 2024 dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
- 31 dicembre 2024 dalle 10.00 fino alle 15.00 (ultimo ingresso ore 14.00)
- 1° gennaio 2025 dalle 14.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
- 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 gennaio 2025 dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
- 8 febbraio 2025 dalle 10.00 alle 24.00 (ultimo ingresso ore 23.00)
- 11, 12, 13, 14, 15, 16 febbraio 2025 dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Chiusure programmate
- 9 ottobre 2024 dalle 10.00 alle 15.00 (ultimo ingresso ore 14)
- 23, 24 e 25 dicembre 2024
Biglietteria Modotti Bologna:
- Intero: € 16
- Ridotto: € 14 (dai 6 ai 18 anni non compiuti, treni FrecciaRossa, over 65 con documento, studenti universitari fino a 26 anni non compiuti con tesserino, militari con tesserino, guide turistiche con tesserino, giornalisti praticanti e pubblicisti con tesserino regolarmente iscritti all’Ordine, accompagnatori diversamente abili in compagnia del disabile, soci ICOM e AICS Bologna con tesserino, dipendenti Demanio con badge, possessori biglietto dell’altra mostra in corso a Pallavicini)
- Bologna Welcome Card, Bologna Congress e Card Cultura: € 12
- Giovedì Universitario: € 12 (con tesserino in corso di validità)
- Disabili: € 12 (con certificato in corso di validità)*
*non si accettano permessi auto - Gratuito: disabili in possesso di Disability Card rilasciata INPS *, bambini sotto i 6 anni.
- Gruppi: € 12 (min.10 – max.25 persone 1 accompagnatore gratuito) *
*per i gruppi vige l’obbligo di prenotazione a info@palazzopallavicini.com e l’utilizzo di radiocuffie. - Scuole: € 5 *
*Si accettano come scuole da quella dell’infanzia fino alla secondaria di secondo grado (2 accompagnatori per classe e 104 gratuiti). Vige l’obbligo di prenotazione a info@palazzopallavicini.com e l’utilizzo di radiocuffie. - Biglietto Open: € 18 Biglietto con prenotazione senza vincoli di orario e data, valido fino a fine mostra
- Biglietto Unico Ligabue – Tina Modotti: €26*
* da usufruire nella stessa giornata
Servizi
- Ammessi animali di piccola taglia solo nell’apposito trasportino o in braccio
- Appendiabiti non custodito gratuito fino ad esaurimento
Avvertenze importanti:
L’accesso per persone non deambulanti o disabili in carrozzina (non elettrica) avviene esclusivamente tramite montascale a cingoli Modello Jolly Ramp D3000010 fornito da TGR con portata fino a 140 kg (peso calcolato tra persona e carrozzina, il peso totale sarà a cura dal visitatore) per due rampe di scale per un totale di 38 gradini. La scheda tecnica completa è scaricabile e visionabile al seguente link: https://tgr.it/prodotto/jolly-ramp-montascale-mobile-a-cingoli/
Contatti mostra ed eventi - Palazzo Pallavicini
- E-mail: info@palazzopallavicini.com
- Cell.: +39 3313471504
Ufficio Stampa e Social Media - Digital Suits
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Comunicato Stampa:
Indipendente, libera, moderna, Tina Modotti coniugò l'amore per l'arte e quello per il vero al proprio ardore politico, che ne guidò le scelte e gli interventi da militante, con la volontà di contribuire alla creazione di un mondo migliore. In dialogo continuo con artisti e intellettuali durante l'evolversi dei suoi periodi espressivi, la Modotti sviluppò un linguaggio fotografico dal tono intimistico, capace di indagare le contraddizioni della realtà per penetrarne la lirica segreta. La totalità degli scatti esposti in mostra svela, fin da principio, un nuovo modo di osservare la realtà, partecipe della fuggevolezza dei suoi istanti: il percorso articolato lungo le sale desidera invitare l'osservatore al dialogo con la propria personale concezione del tempo, talvolta immobile e attonito, talora fugace e inafferrabile.
Quel che emerge con forza è una Tina felice e libera (felice perché è libera), come scrive lei stessa a Weston nell'aprile del 1925: una donna dall'intelletto vivace e dalla sorprendente capacità di introspezione, la cui natura poliedrica appare capace di orientarne le scelte. Articolato in sei sezioni, il percorso espositivo si propone di mostrare al pubblico le infinite sfaccettature di una fotografa abile nel tralasciare l'estetica per dedicarsi all'etica, sviluppando un codice visivo eloquente e personale, delineatosi ed evolutosi in un tempo brevissimo, pur tuttavia capace di lasciare traccia indelebile nel patrimonio storico e fotografico della prima metà del secolo scorso. Il continuo dialogo con le fotografie di Edward Weston, riverbero di un fitto scambio epistolare intercorso tra i due artisti, narra l'ossessione di Tina per la qualità fotografica e la sua volontà, reiterata in una dichiarazione del 1929, di registrare con obiettività la vita in tutti i suoi aspetti. Numerose le fotografie biografiche, intrise di potenza narrativa, tra le quali si affacciano i volti di alcune personalità note dell'epoca e della dimensione artistica in cui la Modotti immerse la sua anima e seppe trovare la sua ispirazione: il fotografo e suo mentore Edward Weston, gli artisti Diego Rivera e Frida Kahlo, l'attrice Dolores del Rio, il giornalista rivoluzionario Julio Antonio Mella, il politico Vittorio Vidali. Nell'ottica di un appassionato e sincero attivismo, Tina utilizzò il mezzo fotografico come estensione del proprio occhio, strumento di indagine e denuncia sociale, con una coerenza espressiva capace di travalicare l'arte per consegnarla in dono alla vita, quella vita che, a suo stesso dire, lottava continuamente per predominare l'arte. Una vera e propria metamorfosi della vita in arte, che trova la sua trasposizione fotografica nelle celebri calle e nelle delicate geometrie esposte, che Tina tenta di convertire in astrazione per poterle conservare nel la memoria, tralasciando gli elementi superflui per giungere, con fervore, al nucleo del sentimento. L'intensità della passione che guida la mano e l'occhio di Tina si ritrova tra i visi e le mani del popolo messicano protagonisti di un'intera sezione, testimoni di una volontà di cambiamento e di una necessaria presa di coscienza, che nella sua visione assurgono a icone di possibilità di riscatto sociale. Vita, arte e rivoluzione: queste le parole chiave degli scatti che colgono i simboli della lotta di classe, i lavoratori, le donne del popolo, gli assembramenti, i dettagli. Intense le istantanee delle donne di Tehuantepec che, camminando velocemente per natura, raccontano la volontà di Tina di ricercare in una società antica una nuova verità e un senso poetico che divengano per lei inesauribile linfa creativa; austeri, in tal senso, gli sguardi dei bambini, che sembrano penetrare l'obiettivo nel tentativo di raggiungere l'anima di chi scatta. A chiudere la mostra, infine, una selezione di ritratti di Tina, tra cui alcuni di quelli da lei definiti immortali, realizzati da Edward Weston. Nell'osservarli, sembra udirsi l'eco delle parole di Federico Marin, che la descrisse come “una bellezza misteriosa, priva di volgarità, ma non allegra, bensì austera, terribilmente austera. Non malinconica, né tragica”. Fascino e mistero restano tuttora intatti, poiché le parole scritte nelle lettere, il suo peculiare sguardo, l'ardita sperimentazione, collocano Tina Modotti tra i più grandi interpreti della realtà della condizione umana, colta nelle sue infinite sfaccettature. La natura immersiva dei suoi scatti, derivante da un'innata empatia verso i soggetti, si fa voce capace di narrare a chi guarda l'infinita varietà del mondo e, contemporaneamente, la sua universalità.
Testi, approfondimenti a cura di:
Francesca Bogliolo
Archivio e Fotografie di proprietà di:
Maria Domini, Comitato Tina Modotti
Organizzata da:
Pallavicini Srl di Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci
Catalogo in vendita in esclusiva a Palazzo Pallavicini è realizzato da:
Forum Società Editrice Universitaria Udinese